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Author: Admin | 2025-04-28
O download infetti al fine di riservare la loro CPU quasi interamente (tra il 75 e il 100 per cento) per il mining di criptovalute. Nella maggior parte dei casi, i computer infetti diventano automaticamente parte di una botnet di mining. Impatto ambientale del mining di criptovalute Oltre alle minacce poste dai malware, il mining di criptovalute su larga scala pone un rischio ambientale. Infatti, con l’aumento delle richieste di hardware e potenza di calcolo, aumenta anche il consumo di energia da parte dei processi di mining, soprattutto nel caso delle mining farm. Anche se non sono disponibili cifre concrete, secondo uno studio dell’Università di Cambridge e dell’IEA, il mining di criptovalute consuma circa 127 terawattora all’anno (a partire dal 2021) e ha un consumo energetico annuale equivalente a quello dei Paesi Bassi, aventi una popolazione di 17 milioni. Si stima che il mining di criptovalute, nella sola Cina, dovrebbe consumare 297 terawattora di elettricità entro il 2024 e rappresentare 130,5 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Mercato nero ed economia Paragonare il consumo energetico del mining di criptovalute con quello dei piccoli paesi industrializzati non è insensato, perché le grandi mining farm fanno spesso affidamento sui prezzi bassi dell’energia disponibili nei paesi più poveri. In questo modo, gli alti profitti del mining sono generati a spese delle nazioni economicamente più deboli e delle popolazioni più povere. Allo stesso tempo, l’uso delle criptovalute come pagamento sul mercato nero indebolisce ulteriormente l’economia nazionale e mondiale. Hai trovato questo articolo utile?
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